Arriva da parte di Google un interessante case study che riguarda un corretto utilizzo dei cosiddetti dati strutturati e come, in una serie di situazioni, la presenza di dati strutturati e una gestione ottimale delle URL dei contenuti può favorire un buon posizionamento all’interno della SERP.
L’analisi eseguita da Google ha avuto come oggetto le performance di una piattaforma di video che opera in Indonesia e che porta al mercato indonesiano contenuti nella lingua locale. Per questa piattaforma era quindi molto importante riuscire ad essere in cima alle ricerche degli utenti.
Andando a guardare immediatamente i risultati, con alcuni cambiamenti Vidio ha raggiunto un obiettivo interessante: sono raddoppiati i click sui video mostrati all’interno di Google Search mentre sono addirittura triplicate le impression sui video. Una dimostrazione che quindi anche se non sono tra gli aspetti più entusiasmanti della SEO, i dati strutturati sono importanti.
Cominciamo dall’inizio, cosa sono i dati strutturati?
Per comprendere meglio il case study pubblicato sul sito ufficiale di Google Developers, cerchiamo prima di comprendere che cosa sono i dati strutturati. In questo ci aiuta anche il sito di Yoast. La definizione più semplice di dati strutturati è che si tratta di quei dati che consentono all’algoritmo di comprendere bene ciò che c’è su un sito.
Se l’algoritmo comprende meglio che cosa c’è all’interno di un sito in termini di contenuto sarà più facile che questi contenuti emergano e diventino rilevanti in base alle ricerche degli utenti. È interessante come sul sito di YOAST venga utilizzato il termine “parlare”.
Perché i dati strutturati servono effettivamente a comunicare con i motori di ricerca in una lingua per loro facilmente comprensibile. Più è facile per un motore di ricerca e per l’algoritmo è comprendere quello che offri, più diventa facile riproporlo agli utenti.
Una differenza importante che si nota tra quei siti web che utilizzano i dati strutturati e chi non li utilizza, oltre al posizionamento che si può ottenere nella SERP, c’è anche un modo diverso in cui sono organizzate quei piccoli riassunti di informazioni che si trovano sotto il risultato di ricerca con il link da cliccare.
Migliore è la struttura dei dati strutturati, più questo snippet di testo è ricco di informazioni. E ovviamente, più questo piccolo assaggio di testo è ricco di informazioni più gli utenti saranno invogliati a cliccare. Il positivo effetto valanga che si genera è evidente. Per poter creare i dati strutturati è possibile lavorare sia sul codice sia semplicemente aggiungendo dei plugin che aiutano a gestire questi dati.
Come ricordato su Google Search Central, i dati strutturati sono diversi a seconda della tipologia di contenuto che si offre. Per approfondire l’argomento e scoprire tutti i dati strutturati Google però non consiglia di affidarsi a Schema.org ma di fare affidamento a ciò che succede dentro Google Search e alla documentazione ufficiale.
Come Vidio è cresciuto nella SERP
Ora che abbiamo capito che cosa sono i dati strutturati passiamo a vedere come le performance della piattaforma video Vidio sono cresciute. Abbiamo già accennato al fatto che ci sono stati circa il doppio dei click sui video nella sezione apposita di Google Search e che in totale si è avuto circa il triplo di impression. Tutto questo facendo due cose.
Da una parte la piattaforma ha implementato il mark-up apposito videoObject e dall’altra c’è stato anche un miglioramento nella indicizzazione dovuto a un cambio nella organizzazione delle URL dei video. Tra i consigli che la società della grande G dà c’è per esempio quello di utilizzare delle URL che siano stabili e non temporanee sia per i video sia per le miniature.
In questo modo l’algoritmo e i bot sanno quello che succede e possono esaminare meglio il contenuto anche in base alla sua URL. L’analisi migliorata porta una indicizzazione migliore e, a sua volta, questo aiuta anche a raccogliere più dati sugli utenti. Se si utilizzano infatti URL temporanee c’è il rischio che Google non possa analizzare l’interesse degli utenti per un determinato contenuto e non possa quindi fornire al gestore del contenuto i dati necessari sul suo pubblico.
Utilizzare una URL stabile “consente a Google di scoprire e processare i video in maniera costante, confermare che sono ancora disponibili e raccogliere i corretti segnali“. In particolare per la piattaforma Vidio l’introduzione del markup ha permesso ai contenuti di essere mostrati “in vari luoghi su Google“. E questo ha migliorato le performance generali della piattaforma.
Come affrontare il pericolo
L’idea che molti hanno tra quelli che utilizzano URL temporanee per i video è che si tratta di un modo per proteggere i contenuti ma Google, anche in questo caso, suggerisce un approccio diverso. Nelle best practices della SEO specifiche per i video c’è un paragrafo apposito in cui la società fornisce un consiglio per chi fosse preoccupato che malintenzionati, spammer o hacker, possano entrare in possesso delle URL dei video.
Per ridurre ingerenze pericolose si può per esempio attivare una verifica per GoogleBot, in modo tale che al crawler riconosciuto venga mostrata la versione stabile della URL dei contenuti multimediali. E oltre a Google è possibile creare una lista di tutti i crawler autorizzati a esaminare la contentUrl impedendo invece a quelli malintenzionati di fare altrettanto. Così facendo chi deve vedere la URL, i bot dei motori di ricerca, può avere accesso a quella stabile e utile, gli altri non potranno e saranno invece bloccati prima ancora di provare a esaminare il contenuto.