Su internet si trova di tutto e tu stai cercando idee per i tuoi contenuti. Nonostante tutto quello che fai per offrire qualcosa agli utenti ci sono però siti peggiori, che magari non hanno in pratica contenuto al loro interno, che si piazzano sempre nelle prime posizioni della SERP.
Come è possibile? Una domanda che ci permette di riflettere in maniera un po’ più ampia e articolata sul significato della parola contenuto e di quello che succede quando un utente si mette davanti a un motore di ricerca.
Siti peggiori del tuo sono avanti: perché?
Abbiamo tante volte parlato del modo in cui bisogna approcciarsi a ciò che succede all’interno della SERP. Per riuscire a guadagnare le prime posizioni c’è bisogno di un pizzico di fortuna, perché quella ci vuole sempre, ma ci vuole anche tanto lavoro. Non per arrivare in cima ma per rimanere in cima.
Può infatti capitare che l’algoritmo faccia ascendere nell’Olimpo del web un sito ma che poi, per una serie di segnali che arrivano dalle esperienze degli utenti, quel sito venga dannato a rimanere nel limbo o, peggio, in uno dei gironi infernali che non sono altro che le ultime pagine dei risultati di Google.
E di mezzo ci si mettono anche gli aggiornamenti al modo in cui l’algoritmo valuta e incasella i siti web e i contenuti al loro interno. Eppure, nonostante gli aggiornamenti, c’è qualche sito che sembra peggiore del tuo e che a quanto pare riesce ad ingraziarsi l’algoritmo e gli utenti e si piazza immancabilmente nelle prime posizioni mentre tu arranchi.
Come è possibile?
La risposta sta nel modo in cui valuti il tuo sito rispetto alla concorrenza. Un esempio molto valido sono quei siti che sembrano avere pochissimo contenuto ma che, nel momento in cui si fa una specifica ricerca su internet, sono i primi della lista.
Come fanno a piazzarsi lì e a rimanerci?
Succede perché offrono all’utente esattamente quello che l’utente sta cercando. Un esempio che si può fare riguarda i convertitori oppure quegli strumenti tipo calcolatrici e misuratori, che vengono utilizzati solo in casi specifici ma che quando vengono utilizzati sono la risorsa numero uno.
Hai mai provato a seguire la ricetta da un sito americano e, calcolatrice alla mano, tentato disperatamente di fare le conversioni tra tazze e grammi? Quanto ti farebbe comodo un convertitore in grado di fare il calcolo al posto tuo in una manciata di secondi? Se cerchi su internet c’è un convertitore di questo tipo.
E rimanendo anche solo nell’ambito della cucina, c’è addirittura un convertitore che ti permette di sapere le dosi degli ingredienti in base alla misura della teglia che hai. Siamo di fronte a tool estremamente specifici ma che hanno una utilità indiscutibile.
E chi ha creato i siti web su cui si trovano questi tool finisce sempre in cima alla SERP. E ci finisce, e ci rimane, proprio perché ha costruito qualcosa che gli utenti hanno trovato utile e che risponde a un bisogno immediato, senza giri di parole.
Il contenuto in questo caso è il servizio che viene offerto senza fronzoli. Un po’ di SEO per rendere la pagina con il tool indicizzabile e il gioco è fatto. Nessuno cerca un convertitore per teglie da forno e vuole leggere un testo di mille parole sul materiale di cui sono fatte le teglie da forno.
E qui entriamo in un ambito della creazione di contenuti che diventerà sempre più importante: lo scopo per cui le persone fanno ricerche su internet.
Il famoso intent di cui qualche volta abbiamo già parlato e che è quello che in realtà gli utenti vogliono trovare in rete. Di nuovo, se ho bisogno di un convertitore o di una calcolatrice non voglio leggere: voglio il convertitore, voglio la calcolatrice.
Se poi il convertitore o la calcolatrice sono stati progettati da qualcuno che lo fa nel tempo libero oppure da un professore di Harvard poco importa se lo strumento funziona e funziona nel modo giusto.
Se il contenuto risponde all’intento della ricerca dell’utente è un contenuto di successo e non importa se ci sono cinque parole di testo o mille parole.
Cosa puoi fare tu?
Compreso che siti peggiori (e compreso che il termine peggiori è un punto di vista) possono effettivamente avere un ranking migliore del tuo, quello che devi fare è valutare ciò che stai offrendo agli utenti in termini di utilità.
È chiaro che sono moltissimi i parametri che influenzano le metriche e quindi il risultato nel ranking ed è anche possibile che un contenuto lungo aiuti, perché contiene una serie di informazioni utili e che allungano al contempo quel famoso tempo di permanenza che è uno dei parametri con cui Google valuta se la pagina che sta offrendo serve oppure no.
Ma come ci dimostrano le pagine dei convertitori anche il numero di volte in cui si ritorna sullo stesso contenuto è un segnale che quel contenuto è utile. Perché una conversione si esplica in pochissimi secondi, il sito poi viene chiuso. Ma se l’utente si è trovato bene, nel momento in cui avrà bisogno di nuovo del convertitore tornerà sulla stessa pagina e Google comincerà a pensare che quella pagina allora è utile.
Quello che puoi fare è sottoporre i tuoi contenuti ad una analisi che assesti la reale traiettoria: scrivi per gli utenti, per risolvere un loro dubbio o scrivi in modo tale che gli utenti si infilino nel tuo sito e, un po’ spaesati, non ne escano più?
Se il tuo scopo è quello di salire nella SERP e superare quei famigerati siti peggiori del tuo devi riuscire ad offrire il giusto equilibrio tra importanza (presenza scenica verrebbe da dire) del contenuto e utilità del contenuto.
Un esercizio che ti invitiamo a fare per scoprire il dono della sintesi è quello di cercare di trasformare i contenuti che hai sul tuo sito in video che deve durare non più di 10 secondi: potresti scoprire quali sono le informazioni realmente importanti e quelle che invece hai aggiunto solo per allungare il brodo.