I backlink sono importanti nella costruzione di qualunque sito WordPress. Perché la presenza di link che rimandano ai tuoi contenuti permette a un numero più alto di utenti di scoprire ciò che offri.
I backlink aiutano anche poi a sfruttare in un certo senso il prestigio delle piattaforme su cui il link si trova. Questo significa che devi avere una strategia solida e che contempli anche la creazione di una rete di backlink per migliorare il posizionamento nella SERP.
Ma, oltre a imparare a scegliere con chi intrattenere rapporti di scambio di link, devi anche imparare a riconoscere quelli che potrebbero essere siti web che non portano nei fatti un risultato positivo e che quindi producono per te backlink tossici.
E da questi siti web devi tenerti alla larga. Per eseguire un controllo riguardo la distribuzione dei tuoi backlink ci sono diversi strumenti. Alcuni probabilmente li conosci già ma vogliamo mostrarti anche un modo per utilizzare Google Search a tuo vantaggio in queste situazioni.
Che cos’è un backlink tossico? Quali danni può fare?
L’espressione backlink tossici si riferisce a backlink che penalizzano la visibilità del tuo sito WordPress all’interno della SERP nonostante tu possa aver messo in pratica tutte le altre regole per farti bello agli occhi dell’algoritmo. In pratica si tratta di quei link che arrivano da piattaforme che violano le linee guida di Google.
Un modo per cui puoi rischiare di violare le linee guida è per esempio quello di avere dei link posizionati su piattaforme che hanno il solo scopo di raccogliere questo genere di elementi in rete senza in realtà fornire nulla di sostanzioso .
Come ricordato per esempio più volte da Google uno degli ultimi aggiornamenti mette nei fatti la società nelle condizioni di riconoscere proprio le situazioni in cui i link vengono utilizzati “per una manipolazione artificiale dei ranking all’interno di Search” e che questa viene considerata un’attività spam. Questo genere di attività non corrette vengono affrontate da Google in due modi: da una parte ci sono i controlli automatizzati, dall’altra anche le azioni manuali che possono quindi portare a una sospensione del sito e quindi a una riduzione drastica delle possibilità che qualcuno trovi i tuoi contenuti attraverso una ricerca.
Questa è una tipologia di backlink tossici. Backlink che diventano tossici perché ti sei comportato male.
Ma altre volte puoi trovarti ad essere penalizzato anche senza aver fatto nulla. Per esempio potresti essere oggetto di una tattica malevola che un competitor potrebbe mettere in campo per creare una brutta reputazione intorno ai tuoi link.
Una terza categoria di backlink tossici sono quelli per cui, magari senza saperlo, i tuoi contenuti finiscono sotto forma di link su piattaforme che trattano argomenti che l’algoritmo di Google penalizza in automatico: per esempio gli argomenti per adulti, i siti di scommesse e i casinò online.
A meno che queste non siano le tue nicchie di contenuto, è chiaro che non c’è necessità che link che rimandano al tuo sito web debbano essere su piattaforme di questo tipo. Chiarito quindi che le situazioni per cui puoi trovarti con dei backlink tossici sono in realtà diverse, chiariamo anche un altro punto che può essere delicato: quello che dovresti fare.
Vale la pena ricordare che alcuni esperti consigliano di lasciar stare i backlink tossici a meno che questi non inneschino effettivamente una penalità da parte di Google per il sito web. A meno che quindi non ci siano problemi per la SERP e per il posizionamento dei tuoi contenuti potresti pensare di ignorarli. Ma è chiaro che, come accennavamo prima, se i backlink sono collegati a delle parole che non hanno nessun collegamento con quello che in realtà è ciò di cui ti occupi è bene cercare di tranciare queste connessioni.
Come scoprire se ci sono backlink tossici verso di te?
Per scoprire se siti che non dovrebbero collegarsi alla tua attività online in realtà lo fanno puoi utilizzare alcuni strumenti. Per esempio con SEMRush hai a disposizione un intero pannello per l’audit dei backlink. In questo pannello puoi controllare i link in base al loro livello di tossicità, scegliendo dai menù a tendina. Una volta che li hai individuati puoi bloccarli con un disavow che può anche prendere in considerazione l’intero dominio anziché le singole URL. Anche Ahrefs contiene uno strumento per il controllo che funziona nello stesso modo con pannelli per stanare i backlink ed eliminarli.
Nella loro versione completa si tratta di strumenti a pagamento ma per esempio c’è da dire che SEMRush mette a disposizione anche un tool per l’audit dei backlink che è gratuito, anche se con una serie di restrizioni a meno di non avere un account a pagamento. Se non vuoi utilizzare questi tool puoi fare riferimento anche a Google Analytics.
Nella sezione riguardo il report sul traffico, e in particolare le acquisizioni di traffico, puoi scoprire quali sono i siti web che rimandano alla tua presenza online. Anche lo strumento di Google Analytics ti consente di controllare quindi la qualità dei backlink che arrivano.
Un’altra opzione che puoi utilizzare, che non costa nulla anche se forse sembra un po’ più macchinosa, è attraverso gli operatori all’interno della barra di ricerca di Google. Scrivendo site: seguito dall’indirizzo completo del sito web che vuoi controllare aggiungendo poi per esempio la parola “casino” o altro puoi scoprire se all’interno di quel sito web ci sono pagine in cui si parla di casinò. Tieni presente però che potresti non trovare tutte le pagine di un determinato sito web in questo modo.
Che cosa puoi fare se hai scoperto dei backlink tossici?
Ti sei accorto che i backlink che rimandano ai tuoi contenuti sono in buona parte inutili e in alcuni casi addirittura forse pericolosi. Quello che devi fare è quindi eliminare i rimandi ai tuoi contenuti che si trovano su questi siti con cui non vuoi avere nulla a che fare.
Sempre tornando agli strumenti automatici, SEMRush permette di inviare facilmente in blocco ai gestori dei siti web su cui si trovano i backlink una email già scritta con cui chiedi la rimozione. È chiaro che puoi personalizzare il messaggio come meglio credi.
Lo stesso sistema puoi utilizzarlo manualmente. Una volta che, per esempio attraverso Google Search, hai rintracciato quelli che sono i siti web che sfruttano link alla tua identità online ma senza portarti nessun beneficio, puoi inviare una email. Ricordati di inserire nel corpo della email il link che hai trovato e la pagina o le pagine web in cui quel link è stato inserito.
Tieni presente però che, se i siti web sono costruiti con brutte intenzioni, e quindi la presenza di un link verso i tuoi contenuti non è solo un caso o un errore ma una precisa strategia, l’invio di queste email potrebbe non sortire grandi effetti. Per questo l’alternativa è quella di creare una lista in un file disavow, in modo da tenere a bada gli influssi negativi.