I riassunti fatti con l’intelligenza artificiale in base alle richieste fatte a Google stanno arrivando fuori dai confini degli Stati Uniti.
In totale ci sono sei nuovi Paesi in cui le AI Overviews sono ora attive e possono quindi essere evocate per avere tutto ciò che serve a portata di mano. Questo è almeno lo scopo che Google sembra essersi data.
Come ricordiamo, le AI Overviews hanno di certo avuto un inizio che verrà probabilmente tirato in ballo ancora per un bel po’, a imperitura memoria di quella volta che la società della grande G non prese in considerazione che uno dei motivi per cui la gente va su internet è per scrivere stupidaggini.
E mentre su internet non si ferma l’ondata di tutti quelli che ritengono l’inserimento a forza dell’intelligenza artificiale, e in particolare degli LLM generativi, nella vita di tutti i giorni una delle più grandi sventure che possano mai capitarci, Google invece prova a raccontarci le AI Overviews in modo nuovo. Facendo alcuni cambiamenti su cui vale la pena soffermarsi a riflettere.
Le AI Overviews e le novità introdotte da Google
Nel lungo post che annuncia tutte le ultime novità inserite all’interno delle AI Overviews, Google ricorda innanzitutto di come si tratti di qualcosa che è inserito all’interno dell’esperienza di ricerca e che ha lo scopo di “aiutare le persone a trovare rapidamente informazioni ad esplorare tutto quello che il web da offrire“.
A quanto pare poi, dall’introduzione delle AI Overviews, sembra che le persone abbiano iniziato a “fare domande più lunghe, andando a fondo di argomenti complessi e scoprendo nuove prospettive, il che significa più opportunità per le persone di scoprire i contenuti da editori, business e creativi“.
Se nelle prime quattro righe dell’annuncio cerchi contemporaneamente di raccontare qualcosa che fa bene agli utenti e a chi produce contenuti è chiaro che, senza ammetterlo pubblicamente, alcune delle rimostranze che arrivavano dal basso non erano campate per aria.
E a darci ulteriormente la sensazione che chi si lamentava del fatto che le AI Overviews rischiano di rendere inutile il click che dovrebbe portare gli utenti verso i siti web c’è adesso l’esperimento con alcune novità proprio all’interno di questi riassunti.
L’aggiunta di link a pagine web rilevanti direttamente dentro le AI Overviews, oltre alle indicazioni in calce. E i link si accompagnano anche a delle nuove icone che appaiono nell’angolo in alto a destra e che rimandano alle fonti che l’intelligenza artificiale ha consultato per produrre il contenuto: “questo esperimento ha mostrato primi risultati positivi: mostrare i link alle pagine web di rimando all’interno delle AI Overviews aumenta il traffico ai siti degli editori“.
In questo, anche se per esempio come fanno notare anche i colleghi di Search Engine Journal manca di riscontro da parte di terzi su quanto effettivamente sia aumentato il traffico, Google sembra aver preso lezioni da ciò che fanno i suoi competitor.
Per esempio fare una ricerca usando Copilot dentro Bing produce risultati che hanno tutti un numero che rimanda poi a una nota a piè di pagina, in cui viene indicato il link al sito web che l’intelligenza artificiale ha consultato. Ed è anche quello che promette di fare Search GPT, la nuova versione di ChatGPT trasformata in enorme motore di ricerca per il web e che ha ovviamente Google nel suo mirino.
Di nuovo, quello che a noi salta agli occhi è che Google sembra improvvisamente essersi accorta che la rete non è fatta solo di utenti che ricercano ricette per fare la pizza oppure cosa andare a vedere al cinema ma anche da tutti quelli che i contenuti li producono e che le notizie le pubblicano.
L’idea di porsi come unico enorme filtro (tante volte insormontabile) tra utenti e ciò che c’è in rete non è sembrata una grande idea e ha provocato una più che giustificata levata di scudi. Con l’inserimento dei link, Google pare voler gettare le fondamenta di un ponte per ricostruire un rapporto più sereno con editori e creatori di contenuti dopo aver fatto tremare tutta la rete.
Ma chi sono i fortunati, se così si può dire, che ora sperimenteranno le novità date dalle AI Overviews?
I nuovi Paesi sono India, Indonesia, Giappone, Messico, Brasile e Regno Unito. Le AI Overviews quindi verranno ora messe alla prova su cinque nuove lingue più la variante britannica della lingua inglese. La scelta di questi Paesi è molto probabilmente dettata da quelle regole che invece renderanno più lontana nel tempo la possibile adozione all’interno dell’Unione Europea.
E del resto Google in questo è vicina ad Apple, dato che anche il colosso della Mela ha deciso di non uscire con la sua Apple Intelligence all’interno dell’Unione Europea, proprio a causa delle rimostranze mostrate dagli organi dell’UE su alcuni aspetti legati alla privacy.
Sappiamo però, l’abbiamo visto in passato, si troverà una soluzione e quindi anche da noi prima o poi arriveranno le AI Overviews. In una breve dichiarazione, il senior director of product management di Search per Google Hema Budaraju, che ha risposto ai colleghi di The Verge riguardo come verranno evitati i problemi visti con la prima introduzione in America delle AI Overviews, ha sottolineato che la società ha portato avanti e sta portando avanti “rigorosi processi di valutazione e di test in tutti i mercati” aggiungendo che “la qualità e la sicurezza” fanno parte del DNA delle AI Overviews stesse.