Quando si parla di internet si tende a vedere solo una parte di quello che succede. Ogni attività che si svolge online consuma energia e lascia quindi una impronta carbonica.
La CO2, in particolare, emessa da tutti i componenti del percorso che per esempio portano un’email da un mittente a un destinatario può essere una fonte di inquinamento importante. Dopo la pandemia, abbiamo imparato a guardare anche alla nostra impronta sul pianeta con una prospettiva leggermente diversa.
Anche perché, e ne abbiamo ormai le prove in tutto il mondo, i cambiamenti climatici provocati dalle nostre attività sono il presente. Se vuoi sapere qual è la tua impronta carbonica e quindi provare a migliorare anche l’impatto ambientale che la tua attività online ha c’è un servizio offerto da Brevo. Vediamo come funziona.
Bravo ti aiuta a vedere la tua impronta carbonica
Una email può sembrare una cosa piccolissima in rete. Ma immagina quante email puoi inviare se decidi per esempio di avviare una campagna di marketing alle persone iscritte alla tua newsletter. Ogni messaggio che parte è un pezzettino che si aggiunge agli altri e insieme formano una massa di energia consumata e che quindi produce inquinamento.
Per questo motivo Brevo permette di controllare quanto inquinano gli account email. Le valutazioni che vengono fatte possono essere mensili o annuali e tengono in considerazione quattro valori. Quello che Brevo fa è calcolare per esempio la misura, il peso, di ogni e-mail che invii.
Il peso è a sua volta calcolato in base al contenuto, alla presenza o all’assenza di immagini e di link e all’eventualità che ci siano parti di codice HTML. Il secondo valore che viene preso in considerazione è la quantità di kWh necessari per inviare un singolo Kb di quella singola email.
Vengono poi calcolate le emissioni di CO2 equivalente in base ai kWh consumati. L’ultimo valore sono le email che vengono effettivamente inviate, sia per ciascuna campagna pubblicitaria che avvii sia per ogni singola email transazionale che decidi di mandare a un cliente.
La somma di questi valori dà un consumo che viene espresso con un report in grammi. Il report prende in considerazione il mese precedente e poi, ovviamente dopo aver raccolto una certa quantità di dati, anche l’intero anno solare dividendo in questo caso il consumo di energia, e quindi l’impronta carbonica, tra email appartenenti alle campagne pubblicitarie e email transazionali.
È chiaro però che una volta che tu hai sotto mano i report in cui ti viene mostrato quello che consumi devi eventualmente lavorare perché questi grammi di CO2 diminuiscano. Che cosa puoi fare per avere una impronta carbonica minore e quindi lavorare potendo anche raccontare ai tuoi clienti che oltre al tuo e a loro bene pensi anche a quello del pianeta?
Come ridurre l’impronta carbonica di un business?
Riuscire a fare il bene di se stessi, degli altri e insieme dell’ambiente sembra un gioco che solo i più abili funamboli sanno come portare a termine senza cadere nel vuoto. E invece ci sono tutta una serie di piccoli accorgimenti che puoi mettere in pratica perché la tua impronta carbonica sia più piccola di quella che eventualmente già è e poter poi inserire questo tuo impegno anche nelle conversazioni con i clienti.
Come ricordavamo all’inizio, proprio il periodo della pandemia ci ha in parte aperto gli occhi su quello che dovrebbe essere il modo di gestire il tempo che ci viene dato su questo pianeta, per non lasciarlo in condizioni disastrose. E sono tanti quei clienti che sarebbero ben contenti di fare affari con te proprio sapendo che pensi anche all’ambiente.
Un primo consiglio, che viene sempre da Brevo, è quello di avere un dominio autenticato. Se il tuo dominio è autenticato, e quindi tutti i provider lo possono riconoscere, non c’è il rischio di finire nella cartella di spam e dover quindi fare invii i multipli per raggiungere lo scopo che ti sei prefissato. Altri consigli riguardano la costruzione dei messaggi. Rendili i più leggeri possibili.
Cerca di ridurre per esempio la quantità di codice html e allo stesso tempo preferisci i link alle immagini e ai testi come allegato. Meno allegati ci sono, più leggera è l’email. Più leggera è l’email meno energia ci vorrà per portarla da un lato all’altro della rete. Un altro consiglio ancora è quello di controllare con attenzione prima di inviare i messaggi.
Se mandi una comunicazione e questa comunicazione contiene un errore sei poi costretto a inviare una rettifica: altri messaggi, altri kWh consumati, altri rifiuti e altra CO2 che se ne va nell’atmosfera. Tra l’altro, riuscire a mandare delle email che sono subito nella loro forma migliore è anche un ottimo biglietto da visita.
Sempre nel momento in cui decidi di inviare un messaggio, cerca di attivare la sua data di scadenza: in questo modo puoi automatizzare l’eliminazione delle email che hai inviato dopo un certo numero di giorni o di settimane.
Perché c’è da dire che non solo ogni email che viene mandata consuma risorse ma anche ogni email che deve rimanere su un account consuma risorse. Se ti prendi cura di quello che mandi e fai in modo che quando non serve più venga automaticamente cancellata stai facendo un bene a te, al destinatario e all’ambiente.
Da ultimo presta grande attenzione ai destinatari cui decidi di inviare le comunicazioni. È sempre positivo cercare di raggiungere il maggior numero possibile di persone con le proprie campagne. Ma anche tra tutti quelli che si sono iscritti alla tua newsletter, per esempio, ci sono persone che avranno dimostrato interessi diversi e che si sono iscritta alla newsletter per motivi diversi.
Accanto a quelle campagne un po’ più a maglie larghe sarebbe opportuno organizzare invece delle campagne molto mirate, in modo tale da raggiungere solo e soltanto quelli che sono gli utenti che, in prospettiva, trarranno maggior beneficio dalla comunicazione che riceveranno. Riducendo il numero di email che invii per ogni campagna riduci di conseguenza anche i kWh consumati e la CO2 che si disperde nell’ambiente.