Sapere che cos’è un motore di ricerca e qual è il suo funzionamento non sono dettagli.
Sono necessari infatti per poter avere una strategia che funzioni e che quindi porti il tuo sito WordPress in alto.
Quello che vediamo oggi è quindi una panoramica di cosa significa quando parliamo di motori di ricerca, come funzionano questi strumenti che tutti utilizziamo ogni giorno e anche quali sono le possibilità al di fuori di quelli che sicuramente conosci e utilizzi anche tu ogni giorno.
Cominciamo quindi con le definizioni.
Che cos’è un motore di ricerca?
Come succede per molte cose, anche non perfettamente inerenti a internet, utilizziamo quello che ci viene offerto andando un po’ per intuito e un po’ per logica, aiutandoci poi con quello che gli altri fanno e con i consigli che ci vengono dati.
Ma un conto è utilizzare uno strumento e un conto è utilizzare questo strumento essendo consapevoli di quello che succede dall’altra parte.
Per questo vale la pena sottolineare che una conoscenza di come funziona un motore di ricerca ti aiuta anche poi per qualunque sia la tua futura strategia di posizionamento e per sapere cosa non va nell’indicizzazione dei tuoi contenuti.
Alla domanda che cos’è un motore di ricerca? la risposta più semplice è che si tratta di un database. Va quindi immaginato come un gigantesco elenco di risorse.
Le risorse sono i contenuti che chi possiede siti web pubblica, raccolte via via dai famosi bot che aiutano a creare il database esplorando in lungo e in largo la rete.
I motori di ricerca funzionano su due pilastri: da una parte c’è l’algoritmo e dall’altra c’è l’indice.
L’indice è dove si trovano tutte le risorse e l’algoritmo è quello che mette le risorse nell’ordine migliore in base alle ricerche degli utenti.

Come funziona un motore di ricerca?
Che cosa succede però nel momento in cui, di fatto, apri Google e cominci a scrivere e vuoi avere una risposta alla tua domanda? Quello che viene fatto è un esame di tutto ciò che c’è nell’indice filtrato attraverso l’algoritmo.
Quello che ottieni, come utente, è una lista ordinata in base a una serie di fattori che dovrebbe fornirti tutto il contenuto migliore per la ricerca che hai lanciato.
Come accennavamo, però, per poter essere nella lista dei contenuti possibili occorre che i piccoli bot dei motori di ricerca viaggino nella rete e quindi il primo passaggio per popolare l’indice di un motore di ricerca è quello del crawling. Come suggerisce il termine, il crawling è il momento in cui i bot incontrano una pagina e cominciano ad esaminarla per poterla poi classificare.
Tutto viene controllato, scartabellato e valutato per poter funzionare come valori quando l’algoritmo entra in azione.
La conoscenza dei contenuti viene poi ripetuta nel corso del tempo. Perché è chiaro che un sito web si aggiorna. Per questo motivo è importante essere sempre vigili e assicurarsi che il proprio sito e i propri contenuti siano correttamente esposti ai bot.
Non tutto il tuo sito costruito con WordPress deve essere per forza esaminato nei minimi dettagli dai bot dei motori di ricerca ma devi consentire almeno alla parte di contenuto più importante di essere analizzata e scansionata per poter funzionare come aggancio nelle ricerche. Per decidere cosa va esaminato e cosa no devi lavorare con il file robots.txt.
E se pubblichi nuovo contenuto non devi preoccuparti, perché periodicamente i bot riesaminano i siti che hanno già visto proprio per assicurarsi di non perdere i nuovi contenuti che potrebbero essere interessanti e di valore per i loro utenti.
Dopo il crawling c’è l’indicizzazione
Una volta che i bot hanno esaminato quello che c’è all’interno di un sito web, questo stesso contenuto viene indicizzato: in pratica viene catalogato e tutto quello che è importante rimane a portata di algoritmo.
Le informazioni che sono necessarie vengono quindi inserite all’interno del cosiddetto search index. Si tratta di enormi indici in cui migliaia e migliaia di GigaByte di informazioni vengono raccolte in decine e decine di server.
Per avere un’idea, quelli di Google sono 2,5 milioni con oltre 100 milioni di GB di dati. Il tutto serve per poter poi creare una lista in base all’algoritmo. E qui avviene l’ultimo passaggio.
L’ultimo passaggio: il ranking
Quando il motore di ricerca ha a disposizione tutte le informazioni, se un utente fa una domanda, compila quindi la barra di ricerca con una query, tutto il database viene esaminato e viene creata una lista con un ranking, ovvero una lista organizzata per valore, rispetto a quelli che sono i parametri dell’algoritmo e la richiesta fatta.
Lo scopo dei contenuti che si trovano online è quello di essere in alto nella cosiddetta SERP, ovvero nella pagina che mostra i risultati della ricerca. Ogni ricerca produce SERP. Lo scopo è riuscire a essere nella prima pagina, idealmente nelle prime due o tre posizioni dato che sono quelle che prendono la maggior parte dei clic.
Per farlo devi lavorare con la SEO, ovviamente. Ma devi anche partire da buone basi: un buon sito, veloce e bello da vedere.
Non dimenticare quindi un hosting di qualità e un buon builder: la combo Elementor e SiteGround per noi è il massimo.
Fin qui, il funzionamento di qualunque motore di ricerca anche se è chiaro che nella mente hai immaginato che i passaggi avvenissero a partire da Google.
Ma Google non è l’unico motore di ricerca al mondo. Ed è bene quindi scoprire quali sono le alternative.
Quali sono i motori di ricerca alternativi a Google?
Tutti i motori di ricerca funzionano nello stesso modo: i bot esaminano e poi i risultati dell’esame vengono messi in un ordine prestabilito. Quello che può cambiare è, per esempio, il modo in cui le informazioni vengono catalogate oppure l’importanza che viene data ad alcuni fattori rispetto ad altri.
Ciò che cambia quindi è sostanzialmente il modo in cui viene fatto il ranking e il sistema dell’algoritmo.
Anche se tutti i motori di ricerca hanno lo scopo ultimo di fornire informazioni rilevanti. Ma dire informazioni rilevanti è un po’ come dire che occorre cucinare per avere un buon piatto di pasta. Ognuno ha la sua ricetta. E ogni motore ha la sua ricetta per l’algoritmo.
Ma perché dovremmo conoscere le alternative a Google che tanto si trova tutto online sul servizio della grande G?
Perché con il passare del tempo, rispetto agli albori di internet, gli utenti sono cambiati.
È cambiato in particolare il modo in cui si approcciano alle ricerche e il modo in cui amano (o non amano) che i propri dati personali vengano gestiti e rivenduti.
Per questo è importante conoscere quali sono gli strumenti alternativi che potrebbero utilizzare per trovare i tuoi contenuti, in maniera tale da poter avere sotto mano una panoramica generale migliore.
Tra l’altro, ed è notizia piuttosto recente, Google è stata trovata come società colpevole di aver creato un monopolio illegale proprio per aver pagato o convinto in altro modo una serie di partner per far sì che il suo motore di ricerca fosse il predefinito all’interno di moltissimi device. Non una bella pubbllicità.
Questo ha messo, oltre ad una serie di altre decisioni prese dalla società, sul radar degli utenti l’idea di trovare un’alternativa meno fastidiosa.
Vediamo quindi quali sono i motori di ricerca alternativi alla grande G.
Una prima opzione che potresti trovare sotto mano è ovviamente Microsoft Bing.

È forse, tra i molti motori di ricerca, quello che assomiglia di più a Google, dato che le sue pagine della SERP sono ricchissime di informazioni di vario tipo e sfruttano l’intelligenza artificiale esattamente come Google.
Le funzioni di ricerca sono equivalenti a quelle di Google, per esempio puoi lavorare con la ricerca vocale e il motore di ricerca risponde anche in questo modo, oltre che per iscritto.
In più l’inserimento dell’intelligenza artificiale attraverso CoPilot ti permette di avere ricerche concatenate, perché il sistema ricorda quello che hai chiesto se hai bisogno di approfondire un argomento, senza dover ricominciare da capo ogni volta.
Un’altra alternativa molto interessante è Brave.

Brave Search è raggiungibile attraverso qualunque browser ma per avere l’esperienza massima il consiglio è quello di scaricare il browser che porta lo stesso nome. Il punto di forza del browser e del motore di ricerca di Brave è la privacy.
Ma quello che rende veramente interessante questo motore di ricerca sono i Goggles. In poche parole sono una serie di filtri che puoi anche personalizzare, per poter avere i risultati esattamente come li desideri. Non semplicemente in base a quello che è il mal di pancia dell’algoritmo del giorno ma in base a quelli che sono i tuoi interessi.
E gli interessi possono per esempio riguardare l’esclusione delle notizie che riguardano le celebrità oppure puoi scegliere quale spettro della politica ascoltare ed escludere risultati dell’altra parte.
Parlando sempre di privacy e sicurezza anche DuckDuckGo si è imposto come motore di ricerca alternativo che guarda alla privacy.

Come altri, anche dentro DuckDuckGo ora è possibile utilizzare un servizio di intelligenza artificiale con cui scremare risultati ottenuti e intrattenere conversazioni su argomenti vari.
DuckDuckGo usa Bing come base e quindi potresti trovare corrispondenze tra i due motori di ricerca.
Un’ultima alternativa di cui non possiamo non parlare è Yahoo.

Prima che Google esplodesse, il mondo cercava quello di cui aveva bisogno su Yahoo. E questo motore di ricerca è una ottima alternativa anche se sembra rimasto un po’ indietro per quello che riguarda l’esperienza degli utenti.
Si tratta di un motore di ricerca che ha ancora molto da dire e che viene utilizzato soprattutto da chi è in cerca di notizie e di informazioni di carattere finanziario.
Tra i suoi servizi c’è infatti Yahoo Finance, uno dei punti di riferimento per chi segue questo argomento a livello globale.
Per avere i risultati nella SERP di Yahoo, il motore si appoggia a Bing e quindi è possibile notare delle sovrapposizioni nel modo in cui funziona il ranking tra questi due motori di ricerca ma c’è un pannello di funzioni proprie che rendono Yahoo diverso e utile da conoscere.