L’intelligenza artificiale in una forma o nell’altra è ovviamente destinata ad avere un impatto sulla Rete, sui siti web e sulla SEO di siti e contenuti. Ma come approcciarsi al domani oggi? Bisogna avere paura di quello che sarà perché ancora non sappiamo il panorama che si delinerà all’orizzonte?
Nel momento in cui i fratelli Lumière hanno iniziato a proiettare spezzoni totalmente casuali di scene di vita vissuta al pubblico parigino tanti sono stati quelli che si sono entusiasmati per quello che vedevano ma tanti altri hanno provato un moto di profonda e viscerale paura.
Questo è quello che succede ogni qualvolta il genere umano percepisce che c’è un cambiamento grosso all’orizzonte e nel presente che stiamo vivendo di certo il cambiamento più grosso è quello portato dall’intelligenza artificiale. Google, Microsoft, tutta una serie di grandi società stanno puntando in maniera più o meno aperta, più o meno evidente, su strumenti in cui integrare l’intelligenza artificiale per dare agli utenti qualcosa di più simile al rapporto con un altro essere umano.
Ciò che strumenti come ChatGPT, Midjourney o Bing AI sono in grado di fare e di mostrare è solo un assaggio di quello che probabilmente un domani le IA faranno e offriranno. Ma con l’intelligenza artificiale che lentamente si insinuerà sempre più anche nella vita quotidiana e nella tecnologia viene da chiedersi come si possa affrontare il discorso della SEO. Partendo da una domanda fondamentale: ha ancora senso parlare di SEO?
Perché SEO e intelligenza artificiale possono convivere anche domani
Che cos’è la SEO? A parte sciogliere l’acronimo, si tratta di una strategia a lungo termine che ha come scopo finale quello di far sì che alcuni contenuti vengano trovati dagli utenti più facilmente. E un primo modo per evitare che l’arrivo dell’intelligenza artificiale si trasformi in una fonte di stress e ansia per te e per chi lavora con te è proprio quello di tornare alle basi.
Di certo, un domani l’intelligenza artificiale riscriverà il modo in cui si fa la SEO ma non verrà spazzato via il principio che i contenuti per essere trovati e per avere buone performance devono essere costruiti in un certo modo per piacere in primis all’utente ma anche ai motori di ricerca. Potrebbero cambiare, come già succede, le metriche con cui magari Google premia certi siti e certi contenuti rispetto ad altri siti ad altri contenuti. Potrebbe cambiare il modo in cui si costruisce l’ottimizzazione, per esempio le parole chiave.
Ma il concetto di ottimizzazione non tramonterà tanto facilmente. Ed è per questo che trovandoci ora in un momento di grosso cambiamento bisogna essere abili equilibristi e muoversi guardando sia a quello che ha funzionato finora sia a quello che potrebbe funzionare domani, senza concentrarsi troppo né da un lato né dall’altro lato. Anche perché l’equilibrista, se si concentra a destra o a sinistra, cade nel vuoto.
Ciò che è fondamentale è rimanere con un piano a lungo termine che sia solido e che possa funzionare anche con strumenti diversi. Essere malleabili mantenendo il proprio nocciolo duro, evitare di lasciarsi portare dalle sirene dei cambiamenti momentanei e andare a guardare a quello che effettivamente gli utenti premiano.
Da ultimo ricordare che devi avere uno scopo principale. Può essere la conversione, può essere semplicemente il tempo di permanenza sul tuo sito web se scrivi notizie, può essere l’iscrizione degli utenti a una newsletter. Datti un obiettivo e costruisci la tua strategia intorno a quell’obiettivo, se poi un domani userai l’intelligenza artificiale per costruire i contenuti oppure se dovrai costruire i tuoi contenuti in modo che anche l’intelligenza artificiale li apprezzi di più saprai farlo.