Per valutare se tutti gli sforzi che hai messo in campo sul tuo sito WordPress stanno funzionando hai imparato che devi controllare i valori dei KPI e alcuni sono quelli da tracciare mentre altri vanno invece ignorati.
Come distinguere tra i KPI (Key Performance Indicators – Indicatori Chiave di Prestazione) da tracciare e quelli da abbandonare? Perché, in qualità di gestore di un sito web, è chiaro che vorresti tenere sotto controllo tutto quello che succede quando un utente incontra il tuo sito ma non tutti i comportamenti che l’eventuale utente tiene all’interno delle pagine e dei contenuti che offri hanno un reale valore e una reale importanza.
La prima distinzione che va fatta è quindi tra i KPI importanti e quelli che in gergo vengono definiti vanity metrics. I KPI in generale servono a trasformare quello che succede sul tuo sito in un numero che può essere confrontato con una situazione precedente e utilizzato per fare proiezioni. Tra i molti valori KPI che possono essere tracciati ci sono per esempio quante persone arrivano sul tuo sito web, dove cliccano, da dove arrivano, seguono la tua newsletter, parlano di te altrove. Alcuni di questi valori però sono da inserire nella categoria che Seth Godin chiama vanity metrics.
La definizione di vanity metrics è quella di metriche che sono utili solo in apparenza ma non nella realtà, non sempre almeno. Seth Godin ne parla per esempio in questi termini: “quei click, le visualizzazioni, i like sono lì soltanto perché sono facili non rilevanti”. E in effetti si tratta di valori che sembrano più facili da vedere e anche più facili in qualche modo da migliorare. A renderli inutili, quindi vanesi, è lo scopo per cui hai creato la tua presenza online.
Se quello che vuoi è soltanto aumentare i tuoi follower o il numero di persone che leggono i tuoi contenuti e questi valori crescono, anche se si tratta di metriche che per qualcun altro potrebbero essere considerate vanesie per te sono importanti. Diverso è il discorso se il tuo piano a lungo termine non è solo quello di far parlare molto di te ma di generare entrate reali. Se molte persone parlano di te ma nessuno poi fa acquisti, il numero di utenti unici, le visualizzazioni, persino i like sui social sono ovviamente nella categoria dei vanity metrics. La tua strategia detta quindi che cosa conta e che cosa no e nel caso in cui tu voglia un sito che cerca di convertire lettori e utenti occasionali in clienti fedeli non sono i like che devi contare.
KPI per un sito web che funziona
Abbiamo toccato l’argomento delle performance del tuo sito perché i KPI tengono traccia proprio delle performance e lo fanno restituendoti l’immagine di quanti utenti raggiungono il tuo sito e soprattutto di che cosa succede nel momento in cui entrano.
Puoi sfruttare i KPI in molti modi diversi. Possono per esempio essere un modo per capire quali sono i contenuti su cui puntare, perché risultano più interessanti; possono dirti da dove arriva il maggior numero di visite e quindi dove c’è più interesse per quello che offri; possono dirti se parli effettivamente al tuo pubblico o se, nella convinzione di aver creato una nicchia, in realtà non stai parlando a un target audience diverso. Analizzare la SEO in base a KPI significa andare a guardare tutto ciò che riguarda le keyword, i comportamenti degli utenti sulla pagina, la gestione dei backlink. Questi valori sono quelli che devono riuscire a crescere nel tempo di un valore positivo.
Le keyword come KPI
Analizzare per esempio le keyword secondo il loro posizionamento può metterti nelle condizioni di capire se ti stai muovendo nello stesso spazio in cui si muovono i tuoi competitor o se stai perdendo delle occasioni. Quali keyword generano i risultati migliori? Cosa produce in termini di visite e di traffico la tua strategia?
Utenti, come e quanti?
Un altro valore KPI da tracciare è quello che riguarda il tempo che gli utenti passano sul tuo sito. Secondo qualcuno questo valore potrebbe essere un vanity metric ma in realtà lo diventa solo se non è poi collegato a strategie per cui il tempo che viene passato sui contenuti che offri spinge gli utenti a seguire le CTA sparse qua e là.
E infatti, questo valore va sempre messo a confronto con la differenza in termini numerici tra tutte le persone che arrivano su un tuo contenuto e quelle persone che fanno ciò che tu speri: acquistare un oggetto, iscriversi a una newsletter, scaricare la guida gratuita che hai pensato per loro, porti una domanda, iniziare a seguirti sui social.
Anche la scelta della CTA ovviamente influenza il tipo di KPI da tracciare e quelli da abbandonare. Valori interessanti da controllare per la SEO sono anche quelli che si generano mettendo a confronto tutti gli utenti che inciampano nel tuo sito web o in qualche tuo contenuto perché eseguono una ricerca su Google e quelli che effettivamente si convincono che il tuo sito può offrire una risposta o uno spunto riguardo alla domanda che hanno posto. È chiaro che per migliorare il valore dei cosiddetti click organici devi essere una fonte affidabile e trovarti in una buona posizione nel SERP.
I KPI da tracciare al contrario
Guardare ai valori delle performance del tuo sito web è come guardare dalla torre più alta del tuo castello i tuoi possedimenti. Devi poter vedere i vasti campi coltivati con i contadini sereni che lavorano la terra, gli animali che pascolano pacifici, le case che vengono costruite perché le persone hanno voglia di starti vicino. Ma devi anche tenere traccia di quello che non vuoi vedere o che vuoi vedere in una misura limitata: ladri, invasori esterni, terreni incolti, animali feroci che minacciano la pace e la quiete.
Se, come succede nel mondo reale, ti trovi con un numero spropositato di lupi affamati che minacciano i contadini ovviamente hai un valore molto alto ma di qualcosa che invece dovrebbe essere ridotto a zero o quasi. Per questo esistono dei KPI che devono essere tenuti sotto controllo ma perché rimangano con valori molto bassi. Per quello che riguarda la SEO, i KPI da tracciare al contrario riguardano tutti quegli indici che possono mettere in luce problemi tecnici o di comunicazione.
Un sito web che ha per esempio un bounce rate molto elevato è un sito web i cui contenuti vengono visti ma poi non generano nessun tipo di interesse oltre quello immediato e diventano un problema. Come pure è un problema se le pagine del tuo sito web si caricano molto lentamente. Un sito non ottimizzato, in cui i contenuti faticano ad apparire sotto gli occhi degli utenti, è un sito che per quanto possa avere la soluzione a tutti i problemi del mondo nessuno vorrà mai vedere: questa è una realtà con cui purtroppo occorre fare i conti.
Perché la tua strategia generale di crescita funzioni, dovrai quindi assicurarti non solo che nel tempo crescano gli utenti che ti trovano online e che poi si convincono che sei una fonte affidabile e da cui vogliono avere più informazioni ma anche far sì che l’ambiente in cui questi utenti arrivano sia per loro accogliente e risponda a quelli che sono diventati i bisogni della contemporaneità: informazioni chiare e che arrivano subito su siti web costruiti bene e che si caricano in una frazione di secondo.