In teoria recensioni e AI Overview non hanno quasi niente in comune.
Le recensioni sono il frutto, spesso anche non filtrato, delle esperienze dirette degli utenti mentre le AI Overview sono riassunti che si basano sui contenuti pubblicati dagli utenti.
Eppure non sono come i contenuti pubblicati dagli utenti, che molto spesso sono la prima cosa che si va a cercare quando magari si vuole comprare un oggetto, andare in un ristorante, chiedere ad un esperto un servizio a pagamento.
Secondo un breve video che circola sul social che una volta era l’uccellino azzurro ci sarebbe in corso da parte di Google un esperimento proprio per mettere insieme recensioni e AI Overview. Un esperimento che pare essere limitato ma che comunque può essere un segnale di qualcosa che arriverà.
Google prova a mettere insieme recensioni e AI Overview?
La società della grande G ci ha insegnato, anche a colpi di aggiornamento dell’algoritmo, quanto è importante l’apporto diretto degli utenti e quanto i contenuti originali e che rispecchiano le esperienze dirette siano da premiare rispetto a testi più anonimi e freddi.
E non c’è niente di più personale di una recensione. Ci è capitato anche più di una volta di parlare di come sia importante convincere gli utenti che hanno avuto una buona esperienza con quello che offri a lasciarti una buona recensione: sul tuo sito, su un social, sui portali specializzati come per esempio Trustpilot.
Qualunque fonte di contatto deve essere curata e i commenti vanno sempre valutati nella giusta ottica. Dalla parte degli utenti le recensioni, e si può fare un esempio andando a guardare a quello che facciamo tutti su Amazon, servono per capire qual è la qualità del prodotto a prescindere dalle roboanti descrizioni che ne fa il produttore.
Quando ci capita qualcosa che vorremmo acquistare, per esempio, la prima cosa che facciamo è andare a guardare quelle che sono le recensioni peggiori in assoluto per capire tutto quello che potrebbe andare storto con quello che stiamo per comprare.
Si tratta di un lavoro di valutazione che facciamo manualmente come esseri umani. Del resto siamo geneticamente programmati per affrontare il cosiddetto worst-case scenario. Rimanendo all’interno di Amazon, però, da un po’ di tempo è apparso anche Rufus.
L’intelligenza artificiale che lavora dietro le quinte dell’e-commerce che sorride sempre, aiuta a fare shopping quando non abbiamo le idee troppo chiare oppure quando sappiamo di avere un budget ma non abbiamo nessuna voglia di mettere le spunte ai limiti di prezzo nel pannello di ricerca.
Sempre l’intelligenza artificiale all’interno di Amazon fornisce anche un riassunto di quelli che sono i punti a favore e i punti negativi degli oggetti che stiamo guardando; questo può essere un aiuto ulteriore per avere una panoramica dei pregi e dei difetti, ma anche con questo riassunto a disposizione il comportamento degli utenti non cambia: una volta letto quello che è il sentimento comune continuiamo comunque ad andare a guardare alle recensioni negative per capire che cosa non funziona o potrebbe non funzionare.
L’esperimento che Google pare stia portando avanti e che è stato registrato da un video pubblicato online da Todd Hayes, sembra proprio voler creare un ambiente simile a quella parte di Amazon in cui si trovano i riassunti delle recensioni degli utenti.
Nel video, apparso sul profilo di Hayes sul social che una volta era dell’uccellino azzurro, si vede come ricercando le recensioni della propria attività, cliccando sulla voce apposita, si viene rimandati invece ad una pagina in cui, la prima cosa che si vede, è un riassunto prodotto con una AI Overview.
Le AI Overview stanno effettivamente entrando sempre più nella vita di tutti i giorni e si fa un po’ fatica a scorrere in basso per farle scomparire più rapidamente possibile e tornare a una fruizione della rete tradizionale. Nell’economia però delle recensioni anche a noi, come per esempio fa notare Barry Schwartz di Search Engine Roundtable, inserire altra intelligenza artificiale generativa che riassume e taglia con l’accetta forse non è la soluzione migliore.
Schwartz ha provato a replicare quello che si vede nel video di Hayes ma senza successo. Neanche noi siamo riusciti ad avere la stessa esperienza del video mostrato sul social ma la cosa non ci stupisce.
Sappiamo infatti che Google porta molto spesso avanti dei test che sono come dei giganteschi test A/B con utenti che rientrano in alcune determinate caratteristiche e ai quali viene proposta una funzione leggermente diversa rispetto a quella che è la norma.