Con l’avvento dei social ci siamo tutti convinti che occorre produrre nuovo contenuto con un ritmo costante, più simile a una catena di montaggio che non al frutto di un pensiero ragionato.
Questo perché esiste anche una espressione che identifica quello che succede ai contenuti dopo un po’ che si trovano su un sito web (non puzzano per fortuna). Si tratta del cosiddetto content decay e i contenuti decadenti, che non sono quelli scritti nel periodo di Giovanni Pascoli, sono quelli che potrebbero fare più male che bene a rimanere ancora online.
Ma devi davvero eliminare i contenuti appena cominciano a odorare di vecchio? Che cosa si può fare nei confronti dei contenuti decadenti e del content decay? Una risposta e una strategia arrivano dal nuovo episodio del podcast ufficiale di Google.
Cosa significa contenuto decadente
La definizione arriva direttamente da John Mueller, mister Google in persona. All’interno dell’episodio numero 73 del podcast Off The Record, Mueller spiega così il fenomeno dei contenuti decadenti e quindi del content decay: “qualcosa dove, quando si guarda il materiale di riferimento, per definizione è un po’ vecchio. Le persone hanno scritto di quell’argomento perché avevano studiato a lungo. Quindi è una cosa vecchia. Ma questo non significa che non sia più vera o non sia più utile”.
In queste frasi c’è tutto quello che in realtà ci serve sapere per valutare effettivamente se sia un bene o un male avere dei contenuti decadenti sul sito e eventualmente come approcciarli. Una prima cosa da fare è non pensare che siano un male in toto.
E a ricordarlo Lizzie Sassman che fa notare come mantenere contenuti del passato aiuta anche a preservare la storia di un sito web. Quello che è importante fare, e di nuovo questo lo ricorda Mueller, è non confondere le persone.
Se quindi hai dei contenuti decadenti, obsoleti, stantii sul tuo sito ciò che puoi fare è circostanziare meglio le informazioni che forniscono. Un’altra alternativa è aggiornare i contenuti, se ha senso farlo e se l’aggiornamento porta più beneficio che non la preservazione del contenuto originale.
Un modo con cui si possono per esempio guidare gli utenti è quello di assicurarsi che sia evidente la data di prima pubblicazione del contenuto. Se un utente infatti effettua una ricerca e legge un contenuto che hai prodotto, deve essere in grado anche di porre quel contenuto sulla linea del tempo. Se ha un problema da risolvere avrà tutto l’interesse a cercare un contenuto nuovo.
Ma ci sono casi in cui anche contenuti vecchi, che offrono quindi soluzioni del passato, possono tornare utili per esempio a fini didattici o per raccontare la storia di un servizio o di una funzione. O magari perchè non tutti sono passati al nuovo modello di PC e le vecchie spiegazioni sono ancora un salvavita.
Come affrontare i contenuti decadenti nella pratica
Non esistono contenuti che sono tutti uguali. Per questo motivo non esiste un unico modo per affrontare i contenuti decadenti e il content decay come fenomeno. Per avere una buona strategia devi innanzitutto conoscere ciò che hai pubblicato. Oltre a prenderti del tempo quindi per organizzare l’eventuale calendario editoriale dei prossimi contenuti, ricavati anche altro tempo per esaminare ciò che hai già pubblicato andando indietro nel tempo.
Per alcuni contenuti scoprirai che ciò che puoi fare è aggiornare le informazioni che risultano più vecchie ma lasciare il contenuto così com’è. In altri casi puoi invece redarre un contenuto nuovo di zecca e inserire nella pagina del contenuto più vecchio un comodo link che permetta ad un utente di rintracciare le informazioni più recenti e che possono essere più utili.
Un altro aspetto da curare, come accennavamo prima, è il mostrare la data. Se hai un contenuto vecchio e decidi di aggiornarlo fai in modo che sia presente sia la data di prima pubblicazione sia la data dell’ultimo aggiornamento. In questo modo anche il tuo lettore potrà essere consapevole di quello che sta leggendo.
Se poi decidi che l’unica soluzione è quella di cancellare un contenuto, anche se deve essere una decisione presa con molta attenzione, assicurati di predisporre gli eventuali link e che le pagine 404 funzionino.
Per far sì che nessun contenuto rimanga indietro puoi per esempio seguire il consiglio di Sassman, che racconta di aver creato una serie di alert automatizzati per le pagine da controllare se passa un determinato numero di giorni. Una alternativa è quella di inserire, sempre nel calendario editoriale, un momento prestabilito in cui controllare tutto ciò che è stato pubblicato e organizzare una eventuale ripubblicazione aggiornata.
Come per la produzione di nuovi contenuti, la chiave perché i contenuti decadenti non diventino solo un peso è rimanere organizzati, conoscere la propria nicchia e continuare a offrire agli utenti contenuti di qualità.