L’abbiamo sperimentato in quel periodo buio e brutto della pandemia ma il lavoro da remoto non è certo una invenzione dovuta al Covid.
La dimostrazione viene da quello che succede da molto prima dell’emergenza pandemica dentro gli uffici, se si possono chiamare così, di Automattic. E l’esperienza con il lavoro da remoto della società che tiene le fila di varie realtà tra cui WordPress.com, Tumblr e la nuova creatura ibrida che nascerà dalla fusione di Beeper e Texts.com si è trasformata in uno strumento di pianificazione e gestione del lavoro a distanza che ha un nome che è tutto un programma: Happy Tools.
Vediamo che cosa può fare il primo assaggio di questo strumento e proviamo a riflettere sul futuro del mondo del lavoro che, numeri alla mano, i dipendenti in tutto il mondo vorrebbero fosse sempre più (da) remoto.
Automattic e Happy Tools, come è nato questo strumento?
Sul sito ufficiale di wordpress.com diverso tempo fa è stato annunciato che Automattic aveva pubblicato un nuovo strumento per la gestione dei team di lavoro che si trovano in diverse fasce di fuso orario. La nuova e ambiziosa suite di strumenti si chiama Happy Tools e il primo ad essere stato rilasciato è Happy Schedule. Si tratta di uno strumento che non è stato costruito da Automattic per guadagnare semplicemente del denaro ma è lo strumento che la società ha creato per gestire i propri team e i propri impiegati.
Automattic, infatti, è sempre stata nella sua storia una società con una sede fisica a San Francisco ma con un’anima nomade, composta dalla rete di dipendenti sparsi nel mondo. Per gestire meglio i team di lavoro su vari fusi orari, garantendo però sempre il meglio per i clienti finali, la società ha creato quindi il suo strumento con cui tutti possono avere sotto mano cosa c’è da fare, il tempo necessario per ciascun task e, soprattutto, tenere conto di tutto quello che può andare storto nel corso della giornata.
Lo strumento Happy Schedule è stato ampiamente collaudato con i membri che fanno parte della sezione Happiness Engineers ovvero di quelli che si occupano di gestire ciò che può non funzionare nei siti costruiti con WordPress.com. La rete non dorme mai e quindi gli esperti sono sparsi in diversi fusi orari. Un sistema di lavoro tradizionale avrebbe reso un incubo capire chi sarebbe potuto essere disponibile per coprire un’emergenza.
Con Happy Schedule, racconta il blog ufficiale di Automattic, tutti hanno sotto controllo il lavoro in ogni momento e il sistema è anche in grado di gestire il lavoro da remoto in caso di part-time. Il successo dei prodotti di Automattic potrebbe essere preso come dimostrazione plastica che con una buona organizzazione è possibile far funzionare il lavoro da remoto senza che la qualità ne risenta. Ma si tratta di uno strumento che potrebbe trovare effettivamente applicazione nel mondo reale (ovvero fuori da Auttomattic)? Come siamo messi con lo smart working, il lavoro da remoto, il lavoro agile e tutte le forme ibride nel mezzo?
Un tool per un mondo che cambia o per cambiare il mondo?
Passata la pandemia, tante società hanno preteso che i propri dipendenti tornassero alle scrivanie. Uno degli esempi più lampanti è il messaggio che Elon Musk ha inviato a tutti i lavoratori di Tesla per annunciare che si tornava in ufficio con almeno 40 ore settimanali. Da un soggetto visionario come il proprietario di SpaceX e del social che una volta chiamavamo Twitter di certo non ci si sarebbe aspettato di leggere parole così contrarie alla contemporaneità.
Attivare il lavoro da remoto significa attivare sistemi di gestione del tempo diversi rispetto a quello che siamo tutti abituati a vedere. Senza dover andare in un ufficio in cui occorre rimanere per un certo numero di ore tanti, soprattutto chi si trova nelle posizioni di controllo, entra nell’automatismo mentale che non si lavora più. Eppure le statistiche ci dicono che i lavoratori che hanno sperimentato il lavoro da remoto sono rimasti produttivi se non addirittura sono diventati più produttivi rispetto a quando erano in ufficio.
Questo perché il lavoro da remoto consente, ed è oggettivo, di organizzare meglio il proprio tempo anche in base a quegli impegni che, tante volte, sono percepiti come intralcio dalle società per le quali si lavora. È chiaro che, oltre agli strumenti come possono essere gli Happy Tools di Automattic, c’è bisogno anche di cambiare il modo in cui chi controlla il lavoro si pone nei confronti dei dipendenti. La questione della fiducia che si innesca quando si lavora da casa o comunque quando non si è costretti a passare tutto il tempo del proprio lavoro in un ufficio (verrebbe da dire sotto controllo) è una questione molto importante che diversi studi dimostrano per esempio essere un positivo stimolo proprio nel migliorare le performance.
Anche se ci fermiamo soltanto ai numeri degli Stati Uniti interessante è notare come secondo dati raccolti da Cisco il 73% degli impiegati ha dichiarato di trovare nella forma di lavoro ibrido più felicità e più motivazione mentre un 62%, e sono dati raccolti invece da Buffer, ha dichiarato di essere più entusiasta del lavoro che svolge e di aver trovato questo maggiore entusiasmo nel momento in cui è stato costretto a lavorare da casa per la pandemia. C’è poi il pregio di poter avere dei team realmente internazionali e in questo Happy Schedule può essere un buon tool per cominciare ad ampliare il tuo gruppo se hai bisogno di vigilare sul benessere dei tuoi clienti anche mentre dormi.