Riuscire a produrre contenuti che siano significativi per gli utenti ma che allo stesso tempo possano rispondere in maniera completa a quelle che sono le richieste dell’algoritmo di Google, e lavorare quindi positivamente sul ranking, a volte sembra complicato. Un caso in particolare ha riguardato recentemente una tipologia specifica di contenuti: le ricette.
Come abbiamo detto più volte, la tipologia di contenuti che puoi mettere sul tuo sito è varia e variegata e l’unico vero limite è da una parte la tua creatività e dall’altra quello che è funzionale al messaggio che vuoi trasmettere. Non tutti i tipi di contenuto funzionano allo stesso modo. Questo perché diversa è la tipologia di pubblico cui ci si rivolge.
Ma qual è il pubblico che va su internet a cercare ricette di cucina? Quali sono i contenuti che funzionano meglio con questi utenti specifici e quali sono, tra questi contenuti, quelli che oltre a funzionare meglio sono anche quelli che Google preferisce? Una serie di domande che chi lavora nell’ambito della cucina a ogni livello si pone. Perché le ricette non sono soltanto contenuti che vanno bene sui blog di chi vuole condividere la tradizione del proprio paese natale ma sono anche un modo, per esempio, per entrare in contatto con gli utenti se si gestisce un brand specifico che magari produce un ingrediente.
Le ricette, per essere definite tali, devono però avere alcune caratteristiche fisse: gli ingredienti e il procedimento. Ma bastano questi due elementi per essere guardati di buon occhio dall’algoritmo? Una domanda emersa sui social che una volta chiamava Twitter e che è stata rivolta all’account Google Search Liaison. Queste sono le risposte e ciò che possiamo trarne.
La ricetta di Google per il ranking delle ricette
A porre la domanda un utente che ha scritto chiedendo aiuto riguardo proprio i siti che hanno a che fare con le ricette. Nel messaggio sul social che appartiene a Elon Musk si legge chiaro il dubbio: in teoria i contenuti ricette dovrebbero essere essenzialmente questo, una serie di ingredienti con una serie di passaggi ma, dato che nel mondo e nel mare di internet non tutti i siti che si occupano di ricette lavorano in questo modo, ovviamente la domanda diventa come viene organizzato il ranking di questi siti (che l’utente che ha posto la domanda definisce “ridotti all’osso“) composti quindi solo da una lista di ingredienti e da una lista di passaggi da seguire rispetto magari ad altri post su altri siti in cui invece l’autore o l’autrice raccontano retroscena ricchi che riguardano anche la storia del piatto in questione?
Una domanda che sembra limitata e circostanziata ma che, come vedremo poi, è una domanda nella cui risposta c’è un messaggio generale per tutti i tipi di contenuto. La risposta dall’account Google Search Liaison è piuttosto lunga e ricca di spunti.
“Alcuni vogliono solo una lista di ingredienti. Alcuni vogliono ricette da persone o posti che riconoscono. Alcuni potrebbero volere una ricetta insieme a un po’ di storia sulla ricetta, quello che significa per la persona che la sta condividendo e così via. Nessuno vuole esattamente le stesse cose. i nostri sistemi cercano di mostrare quello che sembra generalmente utile“.
Questo è tutto il primo paragrafo e in questo primo paragrafo in realtà ci sono già tutte le risposte a qualunque domanda riguardo il modo di impostare questi contenuti specifici e soprattutto al modo in cui viene valutato il loro ranking.
Il primo punto su cui vale la pena riflettere è proprio la varietà dei modi in cui una ricetta può essere presentata al pubblico. Se esistesse un solo modo per presentare come si fa la torta di mele non avrebbero motivo di esistere le decine e decine di siti e blog che raccontano della torta di mele. Come per tutto ciò che c’è nella vita e su internet, quello che cambia è lo stato d’animo e il passato, nonché il presente, del destinatario della comunicazione. Perché i contenuti sono messaggi e sono comunicazione e la comunicazione funziona quando c’è qualcuno che parla e qualcuno che ascolta.
Ma è chiaro che chi parla deve essere interessante per chi ascolta. Per questo motivo la risposta su Twitter non è univoca e non c’è un modo unico, una ricetta unica verrebbe da dire, per creare il contenuto ideale. Questo non significa che non ci siano sistemi con cui Google quantifica in un certo modo ciò che è “generalmente utile“.
Il dilemma del generalmente utile
È proprio forse quest’ultima battuta inserita così, come di passaggio, nella risposta data su Twitter che ha generato poi un’altra serie di domande piuttosto pressanti cui però da Google hanno risposto semplicemente rimandando alle famose pratiche e alla guida sui sistemi di ranking. Il sistema, viene ribadito nelle controrisposte sul social è “del tutto *automatizzato*” ma viene fatto notare che per essere automatizzato prima ci deve essere stato qualcuno che ha seguito delle linee guida.
La risposta da Google rimane elusiva ma si può comunque imparare qualcosa. Innanzitutto che anche dentro Google sanno che il sistema degli algoritmi è un sistema che va per tentativi, lo si legge chiaro proprio quando viene chiarito che “abbiamo molti sistemi che *automaticamente* cercano di capire ciò che è rilevante“. Ma la risposta forse migliore è quella che gli utenti si sono dati vicendevolmente: fare ciò che piace al proprio tipo di utenti.
Questo però significa che, prima ancora di decidere se i contenuti che metterai all’interno del tuo sito di ricette saranno più lunghi, più stringati, più dettagliati, con o senza foto e video, devi avere deciso chi è il tuo target audience. Si tratta questo di un principio di marketing che vale anche fuori da Google: qualunque sforzo potresti cercare di fare sarà infatti del tutto inutile (a prescindere dall’algoritmo) se non è indirizzato a un pubblico che potrebbe, trovandolo di per sé interessante, segnalarlo con le proprie visite a Google che a sua volta potrebbe farlo salire nel ranking.